Nuove conferme sull’efficacia della mammografia

Sottoporsi all’esame riduce il rischio di morire di cancro al seno. Lo dice uno degli ultimi studi pubblicati sul New England Journal of Medicine

Sottoporsi regolarmente allo screening mammografico riduce del 40% il rischio di morire di tumore al seno tra i 50 e i 69 anni. E’ questo l’esito di un lungo e dettagliato studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto da alcuni membri dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc). La percentuale si riferisce a un campione che si è sottoposto a regolari esami di controllo rispetto a un altro, con caratteristiche anagrafiche identiche, che invece non ha seguito la prassi di controllo.

Certo non siamo di fronte a una novità ma colpisce quel 40% di rischio in meno che costituisce una ferrea conferma dell’efficacia della mammografia come esame di screening fondamentale anche in ottica di cura e intervento. Da Corriere.it si possono leggere le considerazioni del Dott. Marco Zappa, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Screening, che conferma come «Ogni mille donne che si sottopongono all’esame nei programmi organizzati vengono trovati da 4 a 10 tumori della mammella (la variabilità dipende dall’età e se è la donna è al primo esame o a uno successivo). Il 70% delle donne italiane dopo i 50 anni riceve un invito per sottoporsi allo screening mammografico contro il tumore al seno, meno di una su sei però coglie l’occasione che può salvare loro la vita».

Una donna su sei sceglie quindi, dopo i 50 anni, di sottoporsi all’esame mammografico di controllo. Ancora troppo poco, viste le garanzie che offre un monitoraggio costante delle condizioni del proprio seno. Peraltro studi simili a quello pubblicato sul New England Journal of Medicine, confermano l’utilità della mammografia anche in fasce di età diverse, come quella che va fino ai 74 anni o dai 30 ai 40. In quest’ultimo caso le evidenze sono meno marcate ma il trend resta lo stesso tanto che dall’Osservatorio Nazionale Screeing molti specialisti concordano sul fatto che il programma di prevenzione debba essere elaborato sempre di più su misura, ovvero tenendo conto dei fattori di rischio specifici per ogni donna, in base alla sua storia medica e alla conformazione anatomica del suo seno.

Per concludere con qualche numero basta ricordare che ogni anno in Italia ci sono circa 46mila i nuovi casi di cancro al seno, l’80% dei quali riguarda donne con più di 50 anni. In aumento però l’incidenza nelle 30-40enni, un campanello di allarme che fa consigliare anche alle più giovani di seguire programmi di screening.