Fibromialgia: come riconoscerla. Il percorso riabilitativo all’Istituto Gaetano Palloni

La fibromialgia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia nosograficamente autonoma, è una delle patologie più difficili da individuare e da diagnosticare.

Questa malattia colpisce circa 1,5/2 milioni di italiani ed è caratterizzata da una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento. Essa interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa, e sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli.

Quali sono i suoi sintomi? Come riconoscerla?

I sintomi della fibromialgia, spesso, possono ricondurre ad altre patologie. Molte persone che non sanno di essere affette da questa malattia, si sottopongono a diverse visite mediche, test, con esito negativo, senza trovare una risposta ai loro dolori.

Vi sono però alcuni sintomi ricorrenti nei pazienti che soffrono di fibromialgia, che possono aiutare il medico specialista a diagnosticarla correttamente e sono:

– Astenia e disturbi del sonno: La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica si sente affaticato, ha una ridotta resistenza alla fatica, avverte una stanchezza che ricorda quella normalmente riferita in corso di influenza o in mancanza di sonno. Molti di loro hanno un sonno disturbato e al risveglio si sentono molto affaticati, come se non avessero dormito. Questi sintomi sono simili a quelli riscontrati nella sindrome da affaticamento cronico (CFS)e purtroppo le due sindromi spesso si sovrappongono e può essere molto difficile distinguerle.

– Disturbi del sistema nervoso centrale: Nei pazienti fibromialgici sono frequenti i cambiamenti del tono dell’umore, le difficoltà difficoltà nella concentrazione e nell’eseguire semplici elaborazioni mentali. Possono inoltre riferire parestesie e bruciori che suggeriscono altri disordini come la sindrome del tunnel carpale, una neuropatia o la sclerosi multipla.


Altri
sintomi possono essere significativi per la diagnosi di questa patologia, e sono:


• cefalea muscolo tensiva o emicranica
• rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle)
• colon irritabile (stipsi e/o diarrea)
• parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture)
• bruciore a urinare
• sensazione di gonfiore alle mani
• dolori al torace
• perdita di memoria

Come viene diagnosticata la fibromialgia?

La diagnosi della fibromialgia è basata sui criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) del 1990 che prevedono la presenza di dolore muscolo scheletrico diffuso (cioè che interessa entrambi i lati del corpo sia nella parte superiore che inferiore e che coinvolge tutta la colonna vertebrale) da almeno 3 mesi associato al dolore di almeno 11 dei 18 Tender Points.

L’utilizzo di questi criteri ha costituito un importantissimo passo in avanti nella comprensione della fibromialgia consentendo di standardizzare la diagnosi e di potere confrontare i lavori scientifici in particolare quelli di tipo epidemiologico.


Quali sono i tender points?

Con il termine Trender Points, in medicina vengono descritti i “punti di dolore” e sono specifici punti del corpo la cui pressione provoca dolore alla digito pressione in persone affette da fibromialgia.
Essi sono simmetrici su entrambi i lati del corpo e sono:

  • alla base del cranio, accanto alla colonna vertebrale;
  • alla base del collo nella parte posteriore;
  • in cima alla spalla verso la parte posteriore;
  • fra la clavicola e la spina dorsale;
  • sulla cassa toracica;
  • sul bordo esterno l’avambraccio di circa 2 cm al di sotto del gomito;
  • nella parte superiore dell’anca;
  • nella parte alta dei glutei
  • sul ginocchio.

In ogni paziente si possono verificare altri Tender Points poiché, in generale, ogni inserzione tendinea e ogni muscolo sono potenzialmente dolenti.

Anche l’intensità dei vari Tender Points può variare: ciò che è rilevabile in un giorno, potrebbe non esserlo in un altro. Pertanto, se risultasse un numero inferiore a 11 ma fossero soddisfatti gli altri criteri della fibromialgia (dolori diffusi, rigidità muscolare, difficoltà del sonno), sarebbe bene seguire comunque una terapia adeguata per questa patologia.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Le cause della fibromialgia sono ancora oggi sconosciute, ma si ipotizza un’origine multifattoriale. Alcuni studi ritengono che ci sia una predisposizione genetica che si esprime con un’alterazione da parte della serotonina e la dopamina strettamente coinvolte nella percezione del dolore al livello centrale che sembra essere amplificato per i pazienti affetti da questa patologia.

Quali sono i fattori che tengono attiva la malattia?

Vi sono alcune patologie che sono considerate dei fattori che mantengono attiva la malattia, come ad esempio le patologie psichiatriche quali l’ansia, la depressione, il disturbo post-traumatico da stress e la somatizzazione, altre malattie autoimmuni ( artrite reumatoide, disturbi della tiroide ecc.), la mancanza di sonno e le alterazioni delle temperature esterne (l’umidità prolungata porta ad un aggravarsi della malattia), ma anche uno sforzo fisico eccessivo e prolungato nel tempo, sono fattori che possono essere fondamentali per la gestione della fibromialgia.

Esiste una cura per la fibromialgia?

Di fibromialgia, purtroppo, non si guarisce, ma è possibile imparare a gestire il dolore, tenere a bada i sintomi più invalidanti, facendo un approccio sul paziente multidisciplinare.

Le opzioni terapeutiche per la fibromialgia comprendono:

farmaci che diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno
• programmi di esercizi di stiramento (stretching) muscolare e/o che migliorino il fitness cardiovascolare
• tecniche di rilassamento ed altre metodiche per ridurre la tensione muscolare
• programmi educativi per aiutare il paziente


I farmaci aiutano?

In questo caso i farmaci non aiutano a guarire dalla malattia, ma sono utili per ridurre i dolori che provoca. Possono essere utilizzati degli antinfiammatori non steroidei (paracetamolo, acido acetilsalicilico o ibuprofene), antidepressivi prescritti in bassi dosaggi, per aiutare a migliorare la qualità del sonno e indurre un effetto rilassante sui muscoli e i farmaci analgesici contro il dolore cronico, a lento rilascio (tapentadolo)

A differenza delle altre malattie reumatiche, la fibromialgia non va trattata con il cortisone, perché non è una sindrome infiammatoria.

L’importanza dell’educazione al paziente fibromialgico

L’educazione, e quindi la conoscenza della malattia, giocano un ruolo importante nella strategia terapeutica. La fibromialgia è una causa reale di dolore cronico e di stanchezza e deve essere affrontata come qualunque altra patologia cronica. Fortunatamente, non è una malattia mortale e non causa deformità. Sebbene i sintomi possano variare di intensità, la condizione clinica generale raramente peggiora col trascorrere del tempo.

La “consapevolezza” che questa malattia esiste e la conoscenza dei meccanismi che la inducono può aiutare il paziente ad affrontare lo stato doloroso e gli eventuali cambiamenti dello stile di vita richiesti, per questo, il supporto psicologico è molto importante; può servire a superare la depressione che, molto spesso, subentra nelle fasi più acute e a migliorare i rapporti sociali.


L’esercizio fisico: esercizi quotidiani e fisioterapia


L’esercizio fisico ha un ruolo molto importante sulla cura della fibromialgia. Attraverso opportuni esercizi posturali e di stretching e attività aerobica blanda per almeno mezz’ora, tutti i giorni, si contrastano i sintomi dolorosi e si fortifica il corpo migliorando sia l’elasticità di muscoli e scheletro che l’equilibrio. Particolarmente indicata risulta l’idrochinesiterapia, che favorisce il rilassamento della muscolatura profonda dando sollievo alla sintomatologia dolorosa e creando uno stato di rilassamento profondo.

Eccetto manipolazioni dei tessuti muscolari mirati, ad oggi esistono pochissimi studi di macchinari fisioterapici che sono in grado di alleviare la sintomatologia dolorosa della fibromialgia, uno tra questi la Limfa therapy, presente nel nostro Istituto. Una particolare magnetostimolazione profonda in grado di lavorare su molteplici canali di risonanza che creano notevole sollievo sotto svariati punti di vista del paziente affetto da fibromialgia.

Il nostro approccio: il percorso dedicato alla fibromialgia all’Istituto Palloni

 

L’approccio del nostro centro è quindi un approccio multifattoriale. Abbiamo a disposizione specialisti del movimento clinico in grado di studiare esercizi appropriati di rilassamento, stretching e idrochinesiterapia abbinati con l’innovazione della Limfa therapy.

 

Approfondimento a cura della Dott.ssa Giulia Bisconti