La bronchiolite: una breve presentazione della patologia ricorrente
Si sente molto parlare di bronchiolite nei bambini, il nostro pediatra, Dott. Alberto Rossi, ci illustra in questo articolo di cosa si tratta, come riconoscerla e come prevenire questa patologia pediatrica.
Anche in questi mesi freddi, come sempre, è comparsa un’epidemia di infezioni respiratorie prevalentemente nei lattanti sotto l’anno. La bronchiolite ha infatti una elevata incidenza nei mesi di Novembre-Marzo.
Si tratta di una patologia causata da vari virus: rihinovirus, i virus influenzali e parainfluenzali, metapneumovirus, coronavirus, adenovirus; di questi il più noto è il virus respiratorio sinciziale (VRS), poiché è questo che provoca le bronchioliti più serie.
Quali sono i sintomi della bronchiolite?
I sintomi, indipendentemente dall’agente infettivo, sono sempre gli stessi: spesso si manifestano con un banale raffreddore e/o tosse a cui segue, dopo un breve periodo, un respiro sibilante con difficoltà respiratoria (testimoniata dai rientramenti toracici del piccolo), febbre, difficoltà nell’alimentazione (sia al seno che al biberon).
La dispnea è l’elemento che caratterizza il quadro clinico poiché l’infiammazione dei bronchioli aumenta rapidamente lo spessore della mucosa bronchiale determinando un ostacolo al passaggio dell’aria.
La terapia nei casi più importanti è essenzialmente di supporto ed è rivolta al mantenimento dell’idratazione per via endovenosa, nel caso il bambino non riesca più ad alimentarsi ed a mantenere una buona ossigenazione tramite la somministrazione di ossigeno.
E’ quindi consigliabile che la mamma consulti il medico del piccolo al primo insorgere dei sintomi, in particolare se è presente difficoltà respiratoria, perché la diagnosi è essenzialmente clinica.
Quali sono i trattamenti per la bronchiolite?
Il più delle volte la bronchiolite si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita.
Nei casi lievi con minima difficoltà respiratoria, saturazione d’ossigeno del sangue al di sopra del 94% e senza difficoltà nell’alimentazione, il trattamento può essere domiciliare. Si consigliano: lavaggi del naso frequenti, terapia aerosolica con soluzioni saline (fisiologica o più spesso ipertonica al 3%, per fluidificare e mobilizzare le secrezioni), aspirazione delle secrezioni quando è il caso.
Solo su indicazione medica, possono inoltre essere utilizzati dei farmaci che dilatano i bronchi (broncodilatatori) per via aerosolica.
La terapia con cortisonici per via orale o sistemica non è supportata da evidenze scientifiche, in quanto non è stato dimostrato alcun beneficio significativo.
Nei casi in cui vi è difficoltà respiratoria, ridotta saturazione del sangue in ossigeno e/o difficoltà all’alimentazione, è necessario il ricovero in ospedale. Questo è ancora più indicato se il bambino con bronchiolite presenta dei fattori di rischio quali, patologie respiratorie e/o cardiovascolari, la prematurità. La terapia della bronchiolite, come già detto, si basa sulla somministrazione di ossigeno, umidificato e caldo (nei casi più gravi ad alti flussi); idratazione tramite sondino naso-gastrico o per via endovenosa nei casi in cui l’alimentazione non è più possibile; lavaggi nasali. La prognosi è buona per i bambini adeguatamente trattati.
Consigli per la prevenzione della bronchiolite
Per ridurre il rischio di contrarre un’infezione virale e per evitarne la diffusione, sono necessari alcuni semplici accorgimenti: accurato lavaggio delle mani, la pulizia delle superfici che potrebbero essere contaminate con i virus (maniglie delle porte, giocattoli, piani dei tavoli); sarà utile evitare il contatto con persone infette e l’esposizione al fumo passivo. E’ inoltre necessario favorire l’allattamento al seno e fornire una quantità adeguata di liquidi. Eseguire frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica per mantenere liberi il naso e le prime vie aeree.
Articolo a cura del Dott. Alberto Rossi
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